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Trasloco che stress: l’8% di chi fa da solo si pente

Il trasloco è un evento stressante e faticoso a cui ognuno di noi va incontro almeno una volta nella vita. Ma come lo fanno i nostri connazionali? Da soli, con l’aiuto di professionisti, lasciando l’incombenza a società specializzate? Per la grandissima parte gli italiani si arrangiano, come evidenzia una recente indagine condotta per Facile.it dall’istituto EMG Different su un campione rappresentativo della popolazione nazionale.

Fai da te per quasi 10 milioni di italiani

Degli oltre 15 milioni di italiani che negli ultimi 5 anni hanno affrontato un trasloco, il 61% lo ha fatto senza ricorrere all’aiuto di una ditta e, fra loro, il 68% ha preso questa decisione per ragioni economiche, ma fra i traslocatori “fai da te” oltre 700mila (8%) hanno dichiarato di essersi pentiti. I dati emergono dall’indagine realizzata per Facile.it in occasione del lancio della sezione Trasloco che segna l’ingresso del comparatore in un nuovo settore.
Per quali motivi si è scelto di farlo in autonomia? E perché ci si è pentiti? Secondo l’indagine, il tempo impiegato mediamente per traslocare è di 7 giorni, mentre i mesi preferiti per mettere mano a pluriball e scatoloni sono maggio, (14%), aprile e giugno (12%), e settembre (11%). Guardando all’ultimo trasloco fatto, per il 28% dei rispondenti lo ha fatto per spostarsi da una casa in affitto a una di proprietà.
«Quando si cambia casa,» spiega Stefano Arossa, responsabile della sezione Trasloco di Facile.it «le cose a cui pensare sono tantissime, lo stress arriva alle stelle e per risparmiare qualche euro si rischia di fare scelte delle quali, poi, ci si pente. Proprio per questo abbiamo creato un servizio gratuito che guidi gli utenti, non solo nella gestione e nell’organizzazione del trasloco, ma anche nell’attivazione delle utenze di luce, gas ed internet, aiutandoli a risparmiare, senza dover però rinunciare all’aiuto di professionisti».

Le criticità di fare tutto da soli
Tra chi ha deciso di non rivolgersi ad una ditta specializzata, l’attività più problematica è stata fare gli scatoloni (36%) e trasportarli dalla vecchia alla nuova abitazione (32%). Ma tanti, 2,9 milioni (31%), anche coloro che hanno trovato difficoltà nell’attivare o cambiare le utenze domestiche.
Circa 1 rispondente su 3 (33%) ha avuto almeno un inconveniente, percentuale che raggiunge il 44% fra coloro che hanno svolto un trasloco completo, con anche, quindi, lo spostamento dei mobili. Tra i contrattempi più diffusi c’è la perdita di alcuni oggetti durante il trasporto (15%) e l’aver danneggiato quanto spostato (12%); l’8%, invece, ha ammesso di aver addirittura…litigato con i nuovi vicini prima ancora di essere entrato in casa!

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La classifica delle Università italiane

Per supportare l’orientamento di migliaia di studenti pronti a intraprendere la carriera universitaria, ogni anno il Censis elabora la Classifica delle Università italiane, un’analisi del sistema universitario basata sulla valutazione degli atenei relativamente a strutture disponibili, servizi erogati, borse di studio e altri interventi in favore degli studenti, livello di internazionalizzazione, comunicazione e servizi digitali, occupabilità. Complessivamente si tratta di 69 graduatorie, a partire da 924 variabili considerate, che possono aiutare i giovani e le famiglie a individuare con consapevolezza il percorso di formazione.

Mega atenei statali e grandi atenei statali 

La prima posizione tra i mega atenei statali (oltre 40.000 iscritti) è occupata anche quest’anno dall’Università di Bologna, con un punteggio complessivo di 89,8, seguita dall’Università di Padova e La Sapienza di Roma (rispettivamente 88,0 e 86,5 punti), dall’Università di Pisa (85,2), l’Università di Firenze (84,3), l’Università Statale di Milano (82,7), l’Università di Palermo, ex aequo con l’Università di Torino (80,8), l’Università di Bari (80,2) e la Federico II di Napoli (72,3). La posizione di vertice tra i grandi atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti) è occupata dall’Università di Pavia (91,0 punti), seguita dall’Università di Perugia, (90,8), l’Università della Calabria e l’Università di Venezia Ca’ Foscari (90,3 e 88,7), l’Università di Milano Bicocca e l’Università di Cagliari (88,5 e 87,8). Chiudono la classifica l’Università di Roma Tre (78,8), l’Università di Catania (78,3) e di Messina (75,8).

Medi atenei statali

Apre la classifica dei medi atenei statali (da 10.000 a 20.000 iscritti) l’Università di Siena (96,7), che guadagna la prima posizione detenuta lo scorso anno dall’Università di Trento (94,8), scesa in terza posizione a causa della perdita di 10 punti nell’indicatore relativo all’occupabilità, e preceduta dall’Università di Sassari (96,0), che guadagna una posizione grazie all’incremento di 15 punti nell’indicatore relativo a borse di studio e altri servizi in favore degli studenti. Stabile in quarta posizione l’Università di Trieste (94,5), che precede l’Università di Udine (94,0), l’Università Politecnica delle Marche (91,2), l’Università di Brescia (88,5), l’Università del Salento (87,0), l’Università di Urbino Carlo Bo (84,8), l’Università dell’Insubria (83,3). Chiude il ranking l’Università di Napoli Parthenope (77,3).

Piccoli atenei statali, politecnici, atenei non statali

Nella classifica dei piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti) l’Università di Camerino occupa la prima posizione (99,5), seguita dall’Università di Macerata (87,2), e l’Università Mediterranea di Reggio Calabria (86,5). La classifica dei politecnici è guidata anche quest’anno dal Politecnico di Milano (97,0), seguito dal Politecnico di Torino (91,5), ora in seconda posizione, occupata lo scorso anno dallo Iuav di Venezia (90,5). Chiude la classifica il Politenico di Bari (87,7).
Tra i grandi atenei non statali (oltre 10.000 iscritti) in prima posizione anche quest’anno l’Università Bocconi (92,6 punti) e in seconda l’Università Cattolica (76,2), tra i medi (da 5.000 a 10.000 iscritti) si colloca in testa la Luiss (93,2), seguita dallo Iulm (80,2), mentre tra i piccoli (fino a 5.000 iscritti) è prima la Libera Università di Bolzano (94,6), seguita dall’Università di Roma Europea (86,8).

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Internet più veloce e niente costi occulti: le nuove regole Ue del roaming

Internet più veloce e niente costi occulti: prevede anche queste caratteristiche il nuovo regolamento Ue sul roaming introdotto a inizio luglio e che verrà prorogato fino al 2032. Perciò, oltre a ad effettuare chiamate, inviare messaggi e navigare in internet all’estero senza costi aggiuntivi, i viaggiatori in Europa dovrebbero essere messi in condizione di utilizzare una rete mobile efficiente e soprattutto con tariffe chiare e trasparenti. “Le nuove norme apporteranno inoltre vantaggi ai cittadini e alle imprese dell’Ue, che beneficeranno di una migliore esperienza di roaming, i consumatori avranno infatti ora diritto a una qualità di internet mobile all’estero identica a quella di cui dispongono nel proprio paese” riferisce un comunicato di Bruxelles, diffuso da Askanews. “Gli operatori che forniscono servizi mobili dovrebbero garantire che i consumatori abbiano accesso all’uso delle reti 4G, o delle più avanzate reti 5G, se queste sono disponibili nella destinazione in cui si trova il consumatore. I consumatori dovrebbero poter reperire informazioni sulla disponibilità della rete nei loro contratti di servizi mobili e sui siti web degli operatori”.

Patti e costi chiari

Un altro punto essenziale del regolamento riguarda le decisioni informate da parte dei consumatori circa l’utilizzo di servizi che potrebbero esporli a costi aggiuntivi. Quando si viaggia all’estero, le chiamate agli helpdesk di assistenza clienti, delle compagnie di assicurazione e delle compagnie aeree o l’invio di Sms per partecipare a concorsi o eventi possono comportare costi più elevati rispetto a quelli nazionali. Gli operatori, si legge, devono assicurarsi di fornire ai consumatori informazioni sui tipi di numeri telefonici che possono comportare costi aggiuntivi quando i consumatori li chiamano o vi accedono dall’estero. Gli operatori dovrebbero informare i consumatori nei contratti di servizio e tramite messaggi SMS automatici inviati quando si attraversa la frontiera con un altro paese dell’Ue. Ancora, le nuove norme sul roaming garantiscono che i cittadini siano a conoscenza del numero unico di emergenza europeo 112, che possono utilizzare ovunque nell’Ue per contattare i servizi di emergenza. Entro giugno 2023 gli operatori dovrebbero inviare messaggi automatici ai loro clienti che viaggiano all’estero per informarli sulle modalità alternative disponibili per contattare i servizi di emergenza, ad esempio tramite app o servizi di testo in tempo reale. I cittadini che non sono in grado di effettuare chiamate vocali possono utilizzare queste modalità alternative.

Il commento del Commissario europeo per il Mercato interno

“Vi ricordate quando dovevamo disattivare i dati mobili durante i viaggi in Europa per evitare di ritrovarsi con bollette esorbitanti dovute al roaming? La situazione è cambiata e vogliamo che resti così per almeno i prossimi 10 anni” ha commentato Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato interno. “Velocità più elevata e maggiore trasparenza: continuiamo a migliorare la vita dei cittadini dell’Ue”. 

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Si viaggiare, anche con un prestito: gli italiani hanno chiesto 160 milioni di euro per le vacanze

Ben 160 milioni di euro: è il valore dei prestiti richiesti (ed erogati) dagli italiani nel primo semestre del 2022 con il preciso scopo di investirli in viaggi e vacanze. E’ questa la stima evidenziata dal sondaggio di Facile.it e Prestiti.it. La voglia di tornare a spostarsi era già stata rilevata dall’indagine, commissionata da Facile.it ad EMG Different, secondo cui il 27,5% di chi partirà farà un viaggio programmato prima del Covid ma rimandato a causa della pandemia, e questa tendenza trova conferma anche nell’aumento delle richieste di finanziamento tanto è vero che, come evidenziato dallo studio recentemente reso noto, nei primi 6 mesi dell’anno il peso percentuale dei prestiti per le vacanze è aumentato del 96% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Tra voglia di partire e viaggi di nozze

“Dopo due anni di forti limitazioni alla mobilità, finalmente molti italiani potranno tornare a viaggiare e, in alcuni casi, lo faranno sfruttando le opportunità offerte dal mondo del credito al consumo”, spiega Aligi Scotti, BU Director prestiti di Facile.it. “L’aumento delle richieste di prestiti per viaggiare è però anche strettamente legato ai numerosi matrimoni e viaggi di nozze che, causa pandemia, sono stati rimandati a quest’anno”.

Chi richiede un prestito per le vacanze

Dall’analisi, realizzata su un campione di oltre 70.000 domande di finanziamento raccolte nel primo semestre 2022*, è emerso che chi ha presentato domanda di credito per pagare spese legate ad un viaggio ha cercato di ottenere, in media, 5.597 euro da restituire in 52 rate (poco più di 4 anni).
Se si guarda al profilo del richiedente emerge che questa tipologia di prestito è particolarmente diffusa tra i giovani – altro dato legato alla ripresa dei matrimoni e relativi viaggi di nozze. Se, in media, chi si rivolge ad una società di credito in Italia ha 41 anni, quando si parla di prestiti per le vacanze, chi presenta domanda di finanziamento ha, sempre in media, 36 anni; un valore su cui pesano gli under 30, che oggi rappresentano circa il 35% della domanda.
Nel 75% dei casi a presentare domanda di finanziamento per viaggi e vacanze è stato un uomo, mentre se si analizza la posizione lavorativa del richiedente emerge che il 72% delle richieste arriva da un lavoratore dipendente a tempo indeterminato.

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Cybercrimine e cripotvalute: attenzione ai commenti su YouTube

Gli esperti di Kaspersky hanno assistito a uno schema insolito con il quale i cybercriminali promuovono falsi servizi legati alle monete virtuali su YouTube. L’instabilità dei tassi di cambio delle criptovalute ha portato infatti i cybercriminali a scovare nuovi modi per incastrare le proprie vittime. In pratica, i truffatori cercano di raggiungere le persone interessate a criptovalute a basso costo commentando i video più popolari pubblicati su YouTube. I commenti promuovono quindi una falsa ‘breccia’ nel mercato delle criptovalute, e per renderli più visibili, i criminali falsificano le statistiche e inseriscono risposte bot per amplificare il commento iniziale.

Come funziona la truffa?

In pratica, nel commento si invita l’utente a visitare il canale YouTube dell’autore e a guardare un video che fornisce istruzioni su come trarre vantaggio da un presunto bug del tasso di cambio.
Un indizio che dovrebbe creare sospetti, ma che spesso non viene notato dalla vittima, è rappresentato dal fatto che spesso sul canale YouTube a cui si viene reindirizzati non ci sono altri video oltre a quello suggerito nel commento. Il video è chiaramente un fake: le modifiche alle righe dei tassi di cambio sono visibili a occhio nudo e i commenti sono pieni di feedback entusiasti. Il link sotto al video porta a un exchanger fraudolento. Una volta che l’utente arriva sulla pagina web indicata nella descrizione, visualizza una funzione per scambiare bitcoin. Nel momento in cui la vittima utilizza questa funzione il denaro non sarà più visibile.

Controllare qualsiasi link prima di aprirlo

A volte le e-mail e i siti web falsi sono molto simili a quelli veri, dipende dall’abilità dei criminali. In particolare, i collegamenti ipertestuali saranno molto probabilmente errati, con errori di ortografia. Tuttavia, i link possono anche essere camuffati in modo da sembrare validi. Per evitare di essere truffati e perdere denaro e informazioni sensibili gli esperti Kaspersky raccomandano di controllare qualsiasi link prima di aprirlo. Per visualizzare l’anteprima dell’URL, è necessario passare il mouse sul link e verificare che non vi siano errori ortografici o irregolarità. È inoltre buona norma inserire nome utente e password solo attraverso una connessione sicura.

Utilizzare una soluzione di sicurezza affidabile

Per proteggere i dati e le proprie finanze, è buona norma assicurarsi che la pagina di pagamento e di checkout online sia sicura. È possibile verificarlo osservando che l’URL della pagina web inizi con HTTPS anziché con il solito http. Inoltre, accanto all’URL compare di solito l’icona di un lucchetto e la barra degli indirizzi di alcuni browser è verde. Se queste caratteristiche non sono visibili, non bisogna procedere. Ma soprattutto, utilizzare una soluzione di sicurezza affidabile che aiuti a verificare la sicurezza dell’URL, e che permetta di aprire qualsiasi sito in un contesto protetto.

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