Open post

La Gen Z sceglie uno stile di vita più sostenibile

Le nuove generazioni si dimostrano molto più attente alla tutela dell’ambiente rispetto a chi le ha precedute. E i comportamenti sostenibili sono sempre più diffusi nella fascia di età fra gli 11 e i 25 anni. Lo rivela Skuola.net che, in occasione dell’Earth Day 2024, ha presentato i risultati più significativi emersi dalle sue recenti indagini.

Azioni concrete, non solo parole

La Generazione Z non si limita a parole, ma si impegna con azioni concrete, grandi e piccole, per prendersi cura dell’ambiente. Ad esempio, circa il 90% presta attenzione per evitare lo spreco di acqua e risorse energetiche, mentre più dell’80% cerca di limitare l’uso di plastica e di ridurre l’impatto ambientale delle proprie azioni. Inoltre, molti si rivolgono al mercato dell’usato per evitare di sostenere produzioni inquinanti.

Acqua ed energia: la maggioranza degli studenti riduce gli sprechi

Cominciamo con una delle questioni più urgenti: la scarsità di risorse idriche. I giovani rispondono attivamente a questa sfida: la metà di loro fa del proprio meglio per consumare meno acqua possibile durante la doccia, lo spazzolamento dei denti, e così via. Un altro 38% è attento all’uso responsabile dell’acqua. Solo il 13% spreca acqua senza considerare le conseguenze. Lo stesso impegno si nota riguardo all’elettricità proveniente da fonti non rinnovabili. Quasi due terzi della Generazione Z fa sempre attenzione a spegnere luci e interruttori quando non servono, mentre il 26% si impegna in questo senso. Solo il 10% non fa nulla per ridurre gli sprechi energetici.

Lotta contro la plastica: un terzo ha eliminato gli oggetti in questo materiale 

La tutela dell’ambiente include anche la riduzione dell’inquinamento causato dalla plastica. Circa un terzo dei giovani dichiara di aver eliminato, per quanto possibile, gli oggetti in plastica dalla propria vita, come bottiglie, piatti, bicchieri e posate. Il 50% sta cercando di farlo, anche se ammette le difficoltà. Solo il 9% continua ad utilizzare la plastica senza preoccuparsi delle conseguenze.

Il 54% evita di utilizzare riscaldamento e aria condizionata quando non è necessario

La Generazione Z preferisce ridurre l’uso di riscaldamento e aria condizionata per limitare le emissioni di gas serra. Il 54% gestisce in modo oculato il riscaldamento e il condizionamento dell’aria, utilizzandoli solo quando necessario, mentre il 31% lo fa occasionalmente. Solo il 15% privilegia il proprio comfort rispetto alla tutela ambientale.

“Second hand”: quattro giovani su dieci preferiscono abiti usati

Molte piccole azioni possono fare la differenza nell’ambiente, come l’acquisto di abiti usati anziché nuovi. Per questo motivo, il 40% dei giovani preferisce esplorare mercatini fisici e online prima di acquistare capi nuovi, con il 15% che lo fa sempre e il 24% spesso. Anche nell’ambito della tecnologia, la Generazione Z si orienta verso soluzioni più sostenibili, come l’acquisto di dispositivi ricondizionati. Quasi il 90% dei giovani accoglie positivamente questa pratica: il 28% lo considera come la prima scelta quando deve cambiare telefono, mentre il 18% lo ha già fatto almeno una volta. Il 43% non ha ancora optato per questa soluzione, ma non esclude di farlo in futuro.

Open post

RC auto, sempre più cara. Perchè?

A gennaio 2024, il prezzo medio dell’assicurazione per la Responsabilità Civile auto (la cosiddetta RC) è stato di 389 euro. Si tratta di un aumento del 7,5% su base annua in termini nominali e del 6,7% in termini reali, anche se si registra una lieve decelerazione rispetto al +7,9% di dicembre. Questi dati sono stati resi noti dall’Ivass, l’autorità di vigilanza assicurativa. Anche se le cifre sembrano altissime, l’Ivass sottolinea che i prezzi medi attuali rimangono inferiori rispetto al periodo pre-pandemico, quando a gennaio 2019 si attestavano a 406 euro.

Incrementi di prezzi diversi a seconda delle province

Analizzando le province, si osserva che gli incrementi di prezzo variano tra il +3,3% a Catanzaro e il +10,0% ad Alessandria. Il differenziale di premio tra Napoli e Aosta è di 250 euro, in aumento del 5% rispetto all’anno precedente. Per gli assicurati appartenenti a classi di merito superiori alla prima, riferisce Adnkronos, l’incremento di prezzo è del 10,4%.

Una stangata da 877 milioni di euro

In risposta ai dati forniti dall’Ivass, il Codcons sottolinea che l’aumento delle tariffe Rc Auto rappresenta una maxi-stangata di circa 877 milioni di euro annui a carico degli automobilisti italiani. Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, afferma che gli aumenti delle tariffe siano ingiustificati, poiché non sono in linea con un analogo aumento dell’incidentalità in Italia. Rienzi esorta il governo a intervenire per limitare il potere delle compagnie assicurative e frenare l’escalation delle tariffe.

Le preoccupazioni delle associazioni dei consumatori

Anche Assoutenti esprime preoccupazione per i rincari dell’Rc auto a gennaio, sottolineando un aumento della spesa di +27 euro a polizza rispetto alle tariffe medie dello stesso periodo del 2023. “Napoli – analizza l’associazione – si conferma la città con le polizze più pesanti, con un a tariffa media di 560 euro, seguita da Prato (553,7 euro) e Caserta (500 euro). Dal lato opposto della classifica Enna è la città con la Rc auto più economica (287 euro), seguita da Oristano (297 euro) e Potenza (299 euro). Gli incrementi annui più pesanti si registrano ad Alessandria, Biella, Lecco e Vercelli, che vedono a gennaio le tariffe salire del 10%, mentre a Catanzaro le polizze salgono solo del +3,3%”. 

Furio Truzzi, presidente onorario di Assoutenti, denuncia incrementi immotivati che non rispondono a un aumento dei costi per le compagnie assicurative o dell’incidentalità, ma sono causati da anomalie nel settore assicurativo. L’associazione sottolinea la necessità di una radicale riforma nel settore assicurativo per introdurre maggiore concorrenza e tutela per gli assicurati.

Open post

Scuola: 55,63% di iscrizioni per i licei, ma crescono istituti tecnici e professionali

Il 10 febbraio si sono chiuse le iscrizioni online all’anno scolastico 2024/2025 sulla piattaforma online Unica (unica.istruzione.gov.it). E secondo i dati rilevati sono ancora i licei a essere preferiti da oltre la metà delle studentesse e degli studenti italiani che devono effettuare la scelta della scuola secondaria di II grado.

Con il 55,63% di domande sul totale delle iscrizioni, il liceo continua infatti a essere considerato la prima scelta per gli studenti italiani.
Gli istituti tecnici e i professionali mostrano però un trend in crescita. I primi rilevano il 31,66% delle iscrizioni (contro il 30,9% dello scorso anno) e i secondi il 12,72% (contro il 12,1 % dello scorso anno).

Due novità: l’istituto professionale 4+2 e il liceo del Made in Italy

Quest’anno per il mondo della scuola sono due le novità. La prima è l’avvio della sperimentazione della filiera tecnico professionale “4+2”, che ha raggiunto 1.669 iscrizioni, e la seconda riguarda i nuovi licei del “Made in Italy”, le cui iscrizioni sono 375.

“La filiera del 4+2 ha registrato un interesse significativo da parte delle famiglie, si tratta di un risultato importante e non scontato – ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara -. Gli studenti da settembre potranno contare su un percorso e su programmi fortemente innovativi e su una maggiore sinergia con il mondo produttivo”.

È importante ampliare l’offerta formativa per gli studenti italiani

“Il Made in Italy è la nuova offerta formativa messa in campo dai licei che avevano già attivo l’indirizzo Scienze Umane con opzione Economico-sociale, pensata per una formazione tesa a valorizzare le eccellenze italiane riconosciute a livello internazionale – ha aggiunto il ministro -. Una opzione che dal prossimo anno potrà rafforzarsi nell’alveo dei licei più tradizionali. È importante – ha proseguito Valditara – avere ampliato l’offerta formativa a disposizione degli studenti italiani venendo incontro alle esigenze e alle nuove sfide del mondo del lavoro. È la strada giusta per una scuola di successo per i nostri ragazzi”.

La nuova piattaforma Unica semplifica e velocizza le procedure

Quest’anno, inoltre, le famiglie hanno mostrato un notevole apprezzamento per la nuova piattaforma Unica, per semplicità e velocità delle procedure anche da dispositivo mobile. Il 92% circa degli utenti ha infatti affermato di ritenere efficiente il funzionamento del servizio offerto, mentre il 93% degli stessi ha gradito la semplicità di utilizzo del servizio.

I vantaggi dell’aria condizionata canalizzata

L’aria condizionata canalizzata è una soluzione ideale per le abitazioni di grandi dimensioni, un sistema che permette di distribuire l’aria climatizzata in modo uniforme in tutti gli ambienti.

A breve ci concentreremo sui vantaggi di un impianto di questo tipo, ma cominciamo con lo spiegare meglio cosa sia un l’aria condizionata canalizzata e come sia possibile far installare questo tipo di soluzione in casa.

Cosa è un impianto di aria condizionata canalizzata?

Un impianto di aria condizionata canalizzata è un sistema di climatizzazione che utilizza una rete di canali per distribuire l’aria climatizzata in tutti gli ambienti di un’abitazione, ufficio o locale commerciale.

L’impianto è composto da un’unità esterna, che contiene il compressore e il condensatore, e da una unità interna, che distribuisce l’aria climatizzata nelle varie stanze.

L’unità esterna è solitamente posizionata sul tetto o in un locale tecnico. L’unità interna, invece, è da posizionare in casa in un vano “nascosto” ma facilmente accessibile per un eventuale tecnico che dovrà effettuare una manutenzione.

I canali sono realizzati in materiale isolante, in modo da evitare la dispersione di calore o di freddo, e sono sono collegati all’unità interna attraverso delle bocchette di ventilazione.

Per installare un impianto di aria condizionata canalizzata è necessario realizzare un controsoffitto, ovvero una struttura che viene installata sul soffitto esistente, in modo da creare un vano dove possano essere posizionati i canali e le bocchette.

Il controsoffitto “riduce” l’altezza del soffitto, ma è necessaria per poter installare l’impianto di aria condizionata canalizzata.

Distribuzione uniforme dell’aria

L’aria condizionata canalizzata è l’unica soluzione che permette di distribuire l’aria climatizzata in modo uniforme in tutti gli ambienti di un’abitazione.

A differenza dei sistemi split, che richiedono un’unità esterna per ogni stanza, l’aria condizionata canalizzata ha un’unica unità esterna che distribuisce l’aria attraverso una rete di canali.

Questo sistema garantisce una temperatura costante in tutta la casa, senza sbalzi termici tra una stanza e l’altra.

Il grande vantaggio è quello di avere una temperatura uniforme in tutta la casa, senza quei fastidiosi sbalzi termici quando si passa da una stanza all’altra.

Silenziosità

L’aria condizionata canalizzata è una soluzione molto silenziosa, grazie alla presenza di un’unica unità esterna che è posizionata in un locale isolato. Questo permette di godere del comfort dell’aria condizionata senza essere disturbati dal alcun tipo di rumore.

Tra l’altro quello della silenziosità è un vantaggio non indifferente soprattutto se vivi in condominio e vuoi evitare di disturbare i vicini.

Risparmio energetico

L’aria condizionata canalizzata è una soluzione più efficiente rispetto ai sistemi split, in quanto richiede meno energia per distribuire l’aria climatizzata in tutta la casa. Ciò si traduce in un risparmio economico non indifferente, oltre che in un minor quantitativo di CO2 prodotta.

Design moderno

L’aria condizionata canalizzata è una soluzione dal design moderno, in quanto prevede la presenza di controsoffitti che sono in grado di dare un aspetto più moderno e accattivante ad ogni ambiente. Dunque possiamo dire che la climatizzazione canalizzata è in grado di influire positivamente anche sul design di casa.

Filtrazione dell’aria

Gli impianti di aria condizionata canalizzata sono dotati di filtri che bloccano il polline e le sostanze inquinanti. Questo contribuisce a migliorare la qualità dell’aria all’interno di un appartamento o ufficio, riducendo il rischio di allergie e altri problemi respiratori.

Si tratta di un aspetto non indifferente considerando che l’aria ad essere filtrata e “ripulita” sarà quella dell’intero immobile e non soltanto quella di una singola stanza.

Conclusione

L’aria condizionata canalizzata è una soluzione che offre numerosi vantaggi per abitazioni di grandi dimensioni, uffici e locali commerciali.

Se stai pensando di far installare un impianto di climatizzazione, l’aria condizionata canalizzata è certamente una scelta da prendere in considerazione.

Open post

Gli italiani al ristorante vogliono la doggy bag

Mentre alla Camera si discute la proposta di legge per rendere obbligatorie le doggy bag nei ristoranti, secondo i i nuovi dati dell’Osservatorio Waste Watcher International, quasi un italiano su 2, il 47% degli intervistati, chiede di trovare di default la doggy bag al ristorante.
Uno su 3, il 32%, consiglia di dotarsi di bag riutilizzabili ed eco-compatibili. E il 26% suggerisce ai ristoratori di fornire un opuscolo con consigli per il consumo a casa degli avanzi e la creazione di nuovi piatti a partire dal cibo avanzato.

Solo una minima parte dei consumatori italiani, il 5 %, suggerisce invece di ridurre le porzioni servite.
Soltanto il 3% non accetterebbe di portarsi a casa il cibo avanzato. Ma per la maggioranza degli italiani la doggy bag non è più un tabù.

“Non chiamiamole borse per il cane”

I dati della ricerca sono stati resi pubblici da Andrea Segré, l’economista e divulgatore, fondatore del movimento e della campagna Spreco Zero. Con una raccomandazione importante: “non chiamiamole doggy bag, borse per il cane – spiega all’Ansa Segré – perché si rischia di togliere valore al gesto del recupero del cibo e di scoraggiare il recupero. Con il Ministero dell’Ambiente, qualche anno fa, abbiamo proposto il termine family bag, che restituisce una visione anche domestica della prevenzione dello spreco alimentare”.

Una buona pratica comune contro lo spreco di cibo

I dati Waste Watcher International del 2023 stimano uno spreco domestico pro-capite settimanale di circa 500 grammi.
I tempi sono quindi maturi perché questa pratica diventi consuetudine nei ristoranti italiani, senza bisogno di chiederla, come appunto una buona pratica comune.

La parola chiave, anche in questo caso, è prevenzione, ovvero, evitare di lasciare gli avanzi nel piatto. Si pone però un problema di cui nessuno parla: chi paga i costi della bag?
Se si vuole essere sostenibili la bag dovrà essere in materiale perfettamente riciclabile, e è a totale carico del ristoratore “la vedo assai difficile”, commenta Segré.

Ma chi paga il costo del contenitore?

“Mentre se la deve pagare il consumatore, con l’incremento dei costi, è ancora peggio – aggiunge l’economista -. Per evitare costi troppo elevati nella fornitura della family bag un’idea condivisa dal 32% degli intervistati è proporre confezioni, buste che possono essere riutilizzate dal cliente, ad esempio sacchetti di stoffa. Prima di presentare questo tipo di progetti bisognerebbe interrogarsi perché finora gli altri non hanno funzionato”.

Intanto, il 5 febbraio sarà la Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, durante la quale sarà lanciato il nuovo Osservatorio sugli sprechi nella ristorazione italiana, attraverso l’app istituzionale ‘Sprecometro’, scaricabile gratuitamente da tutti.

Open post

Finanziamenti alle startup: nel 2023 superano 1,1 miliardi

Secondo i dati dell’Osservatorio Startup Hi-tech, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con InnovUp – Italian Innovation & Startup Ecosystem, gli investimenti totali in Equity di startup hi-tech in Italia nel 2023 ammontano a 1,13 miliardi di euro.  Ma risultano in contrazione del -39% rispetto ai 1,86 miliardi del 2022, e sono leggermente inferiori anche ai 1,39 miliardi del 2021.

Alla luce del calo generalizzato degli investimenti a livello globale i dati confermano comunque la solidità dell’ecosistema italiano, evidenziando al contempo l’assenza dei grandi round di finanziamento sopra i 100 milioni che avevano caratterizzato lo scorso biennio.

Dati in linea con quelli internazionali

“È necessario – commenta Andrea Rangone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Startup Hi-Tech – inquadrare la significativa decrescita registrata nel 2023 nello scenario macroeconomico nazionale e internazionale in cui si collocano”. Il dato italiano è infatti in linea con quello internazionale, che ad esempio, vede il valore del mercato del Venture Capital Europeo diminuire del -49% nei primi 9 mesi dell’anno.

In ogni caso, gli investimenti da parte di attori formali (fondi Venture Capital indipendenti, Corporate Venture Capital aziendali e governativi) confermano il tradizionale ruolo guida per l’intero ecosistema, limitando la decrescita a -14%. Un dato che conferma il ruolo infrastrutturale assunto dal comparto formale, che nel 2023 vede anche la nascita di nuovi attori.
Continuano invece a giocare un ruolo marginale gli investimenti Corporate, strutturati o meno, nonostante la crescente attenzione degli esperti di settore.

Finanziamenti da attori informali: -43%

I finanziamenti da attori informali (Venture Incubator, Family Office, Club Deal, Angel Network, Independent Business Angel, piattaforme di Equity Crowdfunding, aziende non dotate di fondo strutturato di Corporate Venture Capital, e nuove forme di venturing quali Startup Studio e Venture Builder) registrano una contrazione del -43% circa.

Tale decremento è specchio della situazione contestuale, dove l’incertezza economica e l’aumento dei tassi d’interesse rendono gli investitori informali più riluttanti a investire a causa dell’alto rischio e dell’incertezza associati a tali investimenti, soprattutto se paragonati ad altre asset class più sicure.

Non sorprende, quindi, che anche il segmento Equity Crowdfunding registri una significativa contrazione.

Investimenti internazionali: -55%

Con un calo del -55% è la componente dei finanziamenti internazionali a determinare in maniera significativa il decremento rispetto al 2022. Un risultato che riflette soprattutto l’assenza dei grandi mega round, tradizionalmente alimentati da grandi player internazionali.
Peraltro, il calo ricalca una situazione comune a livello europeo, segnata da un costante declino dei finanziamenti late-stage e l’ormai cronica scarsità di exit, in particolare in termini di IPO.

Rispetto al benchmark internazionale, che compara gli investimenti da parte di attori formali in Italia con quelli dii altri ecosistemi europei più maturi ed economie comparabili, si mantiene il gap consolidato negli anni precedenti, con una dimensione relativa dell’ecosistema italiano pari a circa 1/6 rispetto a quello francese, 1/4 rispetto a quello tedesco, e comparabile rispetto a quello spagnolo.

Fotovoltaico per i privati: fattori da considerare e incentivi

L’installazione di un impianto fotovoltaico è un investimento che può essere molto vantaggioso per i privati, sia in termini economici che ambientali.

Proprio per i motivi che seguono infatti, tante persone hanno già scelto di passare al fotovoltaico per ridurre i costi in bolletta o in certi casi per eliminarla direttamente, effettuando il distacco dalla rete.

Vantaggi economici e ambientali

Il principale vantaggio economico di un impianto fotovoltaico è chiaramente il risparmio che si ha in bolletta elettrica.

Un impianto produce energia elettrica pulita e rinnovabile da sfruttare per il proprio consumo, riducendo così la quantità di energia acquistata dalla rete elettrica.

Il risparmio può arrivare fino all’80%, a seconda delle dimensioni dell’impianto e del fabbisogno energetico dell’abitazione.

Inoltre, un impianto fotovoltaico può generare un reddito aggiuntivo attraverso la vendita dell’energia in eccesso alla rete elettrica. Il prezzo dell’energia venduta alla rete è stabilito dal mercato, ma è comunque superiore al costo dell’energia acquistata.

Un altro ottimo argomento per passare al fotovoltaico è legato all’ambiente: questo tipo di impianto infatti, non produce emissioni di gas o inquinamento di alcun tipo, contribuendo così a ridurre anche l’effetto serra.

I fattori da considerare

Prima di procedere con l’acquisto e l’installazione dell’impianto fotovoltaico, è importante considerare anche altri fattori che giocano certamente un ruolo primario. Tra questi, i principali sono:

  • L’esposizione solare dell’abitazione: l’impianto fotovoltaico deve essere installato in un luogo dove è possibile ricevere una buona esposizione solare, così da garantire un’adeguata produzione di energia.
  • La dimensione dell’impianto: la dimensione dell’impianto deve essere ragionata in base ai consumi energetici dell’abitazione e degli spazi a disposizione.
  • Il costo dell’installazione: il costo dell’installazione di un impianto fotovoltaico varia a seconda della dimensione e delle caratteristiche dell’impianto.

Per valutare bene tutti questi aspetti, è consigliabile rivolgersi a un installatore qualificato per valutare la fattibilità dell’installazione e ottenere un preventivo accurato.

Incentivi fiscali

Il governo italiano ha introdotto già da qualche anno una serie di incentivi per promuovere l’installazione di impianti fotovoltaici. Gli incentivi possono essere di natura fiscale, economica o tecnica.

Il principale incentivo fiscale è la detrazione fiscale del 50% delle spese sostenute per l’installazione dei un impianto fotovoltaico. La detrazione è ripartita in 10 quote annuali di pari importo.

Un altro incentivo fiscale è il Bonus Mobili, che consente di detrarre il 50% delle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici di classe A+ o superiore, se acquistati contestualmente alla realizzazione di un intervento di riqualificazione energetica dell’abitazione, tra cui l’installazione di un impianto fotovoltaico.

Incentivi regionali

Oltre agli incentivi statali, anche le singole regioni italiane hanno introdotto una serie di misure per promuovere l’installazione di impianti fotovoltaici.

Ad esempio, il Piemonte è una regione molto attiva in questo campo. Negli anni, questa regione ha reso disponibili diversi incentivi e bonus per l’installazione di impianti fotovoltaici, sia per i privati che per le imprese.

In particolare, il Piemonte ha recentemente prorogato fino al 31 dicembre 2023 un incentivo che offre una detrazione fiscale pari al 90% dell’investimento (che deve essere volto a migliorare l’efficienza energetica di abitazioni e condomini). A partire dal 2024, tale incentivo diminuirà al 70%, mentre nel 2025 si ridurrà al 65%.

Si tratta certamente di una buona occasione per quanti stanno pensando di far installare un fotovoltaico Torino e iniziare concretamente a risparmiare.

In breve

L’installazione di un impianto fotovoltaico è un investimento che può essere molto vantaggioso per i privati, sia in termini economici che ambientali. Gli incentivi statali e regionali rendono questa soluzione ancora più conveniente.

Se passare al fotovoltaico è un qualcosa che hai sempre pensato di fare e che per un motivo o l’altro hai sempre rimandato, adesso potrebbe essere il momento giusto.

Come ridurre le spese di gestione in negozio?

Ridurre le spese di gestione è un obiettivo prioritario per qualsiasi imprenditore che desideri massimizzare i profitti e mantenere efficiente e redditizia la propria attività commerciale.

Certamente esistono diverse strategie e suggerimenti pratici utili per ridurre le spese di gestione in negozio, e di seguito evidenzieremo le migliori pratiche che possono aiutarti a raggiungere questo obiettivo.

Gestisci l’inventario in modo efficiente

Partiamo dalle basi: un inventario fuori contro può diventare un peso finanziario non indifferente per qualsiasi negozio. Censisci attentamente le tue scorte di magazzino e adotta un sistema di gestione dell’inventario che ti consenta di tenere accuratamente traccia delle merci che entrano ed escono.

Riduci al minimo gli sprechi e assicurati di mantenere un adeguato livello di inventario in base alle esigenze dei clienti, proteggendoti da eventuali perdite economiche o mancati guadagni.

Ottimizza l’uso dell’energia

Un ambito in cui molti negozi possono risparmiare è l’uso intelligente dell’energia elettrica.

Potresti iniziare sostituendo la vecchia insegna con una a LED: le moderne insegne al Neon LED Flex consumano 10 volte meno di quelle tradizionali ed offrono il 6% di luminosità in più.

Questo accorgimento può ridurre significativamente i costi energetici a lungo termine, consentendoti di risparmiare sulle bollette.

Inoltre, passa alle moderne lampade a led anche per quel che riguarda l’illuminazione interna del punto vendita, noterai che oltre a risparmiare avrai da subito un negozio molto più luminoso ed attraente.

Ottimizza la pianificazione del personale

La pianificazione del personale è un altro aspetto cruciale per ridurre le spese di gestione in negozio. Analizza attentamente i flussi di clienti e lo storico delle vendite per determinare i periodi di picco e quelli di minor affluenza.

Utilizza queste informazioni per pianificare gli orari di lavoro in modo da avere il personale adeguato durante i momenti di maggior affluenza e di ridurlo quando l’attività è più tranquilla.

Inoltre, valuta l’opportunità di creare turni di lavoro flessibili o di assumere personale part time per evitare di avere staff in sovrannumero.

Riduci gli sprechi

Gli sprechi possono rappresentare una parte significativa delle spese di gestione. Identifica le aree in cui si verificano gli sprechi e adotta misure per ridurli.

Ad esempio, se noti che il cibo deperibile va spesso sprecato, rivedi le tue politiche di acquisto e le pratiche di stoccaggio per evitare di fare scorte eccessive.

Inoltre, incoraggia i dipendenti ad essere consapevoli dell’uso delle risorse a loro disposizione, ad esempio spegnere le luci quando non servono o ridurre l’uso di materiali di imballaggio.

Negozia con i fornitori

La negoziazione con i fornitori è un’abilità preziosa che può consentirti di ridurre le spese di approvvigionamento e gestione.

Cerca di stabilire relazioni solide con i tuoi fornitori, senza dimenticare che si tratta di partner commerciali.

Cerca la possibilità di ottenere sconti per volumi di acquisto più elevati o di negoziare prezzi più vantaggiosi. Inoltre, tieni d’occhio le offerte speciali o le promozioni che potrebbero consentirti di risparmiare ulteriormente sui costi di approvvigionamento.

Utilizza la tecnologia per automatizzare i processi

L’automazione dei processi può essere un modo efficace per ridurre le spese di gestione e migliorare l’efficienza operativa.

Esplora le soluzioni tecnologiche disponibili per il tuo settore, come software di gestione dell’inventario, sistemi avanzati di gestione del negozio o strumenti di analisi delle vendite.

Queste tecnologie possono semplificare le operazioni quotidiane, ridurre i costi operativi e ottimizzare l’efficienza complessiva del tuo negozio.

In breve

Come appare evidente, ridurre le spese di gestione in negozio richiede un approccio strategico da parte tua, ed esistono diverse opportunità per riuscire in questo obiettivo.

Adotta le soluzioni che meglio si adattano alle specifiche esigenze della tua attività e implementale gradualmente. Con la giusta attenzione e una buona pianificazione, potrai ottenere risultati significativi e migliorare la redditività della tua attività commerciale.

Open post

Mutui: se variabili in 18 mesi 2.300 euro esborsati in più

A gennaio 2022 chi ha sottoscritto un mutuo medio a tasso variabile ha versato in appena un anno e mezzo oltre 2.300 euro in più. A causa del rialzo dei tassi dovuto alla politica monetaria della Bce, e considerando le aspettative di mercato, Facile.it e Mutui.it stimano che a luglio 2024 la spesa possa arrivare a superare 5.300 euro. Per l’analisi il compratore Facile.it ha preso in riferimento un finanziamento a tasso variabile da 126.000 euro, con piano di restituzione in 25 anni sottoscritto a gennaio 2022. Facile.it ha analizzato come sono cresciute le rate da inizio 2022 a oggi e come potrebbero variare nuovamente nei prossimi mesi in base ai Futures sugli Euribor, gli indici di riferimento dei tassi variabili.

Oggi si paga il 60% in più rispetto a inizio 2022

Il tasso (TAN) di partenza di gennaio 2022 era pari allo 0,67%, corrispondente a una rata mensile di 456 euro. A seguito degli aumenti del costo del denaro messi in atto dalla Bce per contrastare l’inflazione, il tasso è salito arrivando a sfiorare il 4,95% ad agosto 2023, con una rata di circa 726 euro. Di fatto, oggi il mutuatario paga il 60% in più rispetto a inizio 2022 (+270 euro).
Sommando le cifre aggiuntive pagate ogni mese rispetto alla rata di partenza è emerso come da gennaio 2022 ad agosto 2023 l’esborso totale per il mutuatario sia stato di oltre 2.300 euro.

Le previsioni del mercato: picco a dicembre

Nelle ultime settimane l’Euribor a 3 mesi ha rallentato la sua salita, ma da qui alla fine dell’anno continuerà a crescere raggiungendo il picco tra novembre e dicembre 2023, quando toccherà il 3,86%.
Ciò porterebbe il tasso del mutuo medio preso in esame a superare il 5,10%, con una rata di circa 734 euro, ovvero oltre 275 euro in più rispetto a quella di gennaio 2022. La buona notizia è che con l’inizio del nuovo anno la tendenza potrebbe finalmente invertirsi, tanto che guardando alle quotazioni di marzo 2024, il tasso del mutuo preso in esame dovrebbe scendere al 5,02% per poi calare addirittura al 4,83% a giugno 2024.

Buone notizie per gli under 36

I giovani alle prese con l’acquisto della prima casa possono continuare a godere delle condizioni agevolate di garanzia fino all’80% almeno fino al 30 settembre, dopo la proroga di 3 mesi decisa dal governo. Secondo le simulazioni di Facile.it, oggi per un mutuo fisso al 100% senza agevolazione i tassi (Tan) fissi disponibili online per un finanziamento da 180.000 euro in 25 anni partono dal 4,75%, con una rata di circa 1.026 euro. Chiedendo la stessa tipologia di mutuo, ma godendo delle agevolazioni riservate ai giovani under 36, online si possono trovare tassi che partono dal 3,60%, corrispondente a una rata di 911 euro. Accedendo quindi alle condizioni agevolate è possibile risparmiare quasi 115 euro al mese rispetto a chi sottoscrive il medesimo mutuo, ma senza godere delle agevolazioni.

Open post

Un cappotto verde sugli edifici per contrastare l’afa estiva

Durante l’estate, il “cappotto verde” sugli edifici riduce di oltre 1 °C la temperatura dell’aria nelle città. Questo è quanto emerso da uno studio condotto dall’ENEA e pubblicato su Energy and Buildings, il quale ha valutato l’efficacia di utilizzare tetti e pareti esterne coperti di vegetazione contro le isole di calore nelle zone densamente abitate di Roma e Torino, concentrandosi principalmente su una tipica giornata estiva.
I ricercatori dell’ENEA, appartenenti al Dipartimento di Efficienza Energetica, hanno simulato tre scenari di mitigazione che prevedevano diverse combinazioni di soluzioni “green”. A Roma, il miglior scenario per abbattere le temperature includeva 12.000 metri quadrati di tetti verdi in combinazione con 60.000 metri quadrati di facciate verdi, ottenendo una riduzione media della temperatura di 0,33 °C, con picchi fino a 1,17 °C alle 15:00.

Più l’edificio è alto, più la copertura green “funziona”

Secondo la ricercatrice ENEA Tiziana Susca, che ha collaborato allo studio insieme ai colleghi Fabio Zanghirella e Vincenzo Del Fatto, il merito di questa riduzione della temperatura è principalmente attribuibile alle pareti verdi, che risultano più efficaci in proporzione all’altezza dell’edificio. D’altro canto, i tetti verdi estensivi si dimostrano inefficaci nel mitigare direttamente il riscaldamento urbano quando vengono installati su edifici alti, ma sono molto utili per ridurre la temperatura interna dell’abitazione e, di conseguenza, l’uso di climatizzatori.
A Torino, sono state registrate riduzioni della temperatura esterna dell’aria di circa 0,5 °C in due scenari che prevedevano rispettivamente 6.000 metri quadrati di “living wall” (pareti verdi) e altrettanti di facciate verdi sugli edifici. In entrambi i casi, le abitazioni si trovavano lungo un “canyon urbano”, ovvero un’area urbanizzata parallela alla direzione principale del vento che favorisce la dissipazione del calore accumulato.

Gli aspetti che influenzano la resa del cappotto vegetale

Gli esperti hanno evidenziato che l’efficacia delle soluzioni “green” è influenzata da diversi fattori, come il clima, le condizioni meteorologiche, la geometria urbana, la scala di applicazione, le tecnologie e le specie vegetali utilizzate. Nel corso delle ondate di calore, si è riscontrata una leggera riduzione dell’efficacia delle soluzioni green, poiché le piante chiudono gli stomi, piccole aperture presenti sulle foglie che consentono lo scambio gassoso tra l’interno e l’esterno della pianta, durante questo fenomeno climatico estremo.

Una strada ecologica per il futuro dell’urbanizzazione

La ricerca dell’ENEA assume un’importanza cruciale, poiché le previsioni indicano un aumento dell’urbanizzazione e un conseguente aumento delle temperature urbane superficiali. Nel 2016, le aree urbane coprivano l’1,29% della superficie terrestre occupata, ma secondo le stime dell’ONU, entro il 2050 la percentuale della popolazione urbana raggiungerà il 68,36%. Ciò comporterà una maggiore urbanizzazione che altererà l’equilibrio termico naturale e porterà a un ulteriore aumento delle temperature urbane. Le proiezioni relative agli scenari di espansione urbana suggeriscono che, se si continua a utilizzare combustibili fossili come finora, entro il 2100 l’Europa registrerà un ulteriore aumento medio delle temperature superficiali di 0,12 °C in estate.

Posts navigation

1 2 3
Scroll to top