Rincari e finanziamenti più gravosi mettono a rischio le imprese lombarde

La tensione sui rifornimenti energetici già preannunciata a fine 2021 è stata esacerbata dalle conseguenze del conflitto in Ucraina, con forti rincari per tutti i prodotti, soprattutto il gas. Lo confermano le imprese lombarde, che già nel secondo trimestre dell’anno segnalano rincari compresi tra il 40% e il 50% per gas ed elettricità nella maggior parte dei settori. Il focus di approfondimento di Unioncamere Lombardia su approvvigionamento energetico e accesso al credito per i principali settori economici lombardi riporta quindi segnali di preoccupazione per la tenuta della fase di crescita innescata nel 2022. Questo, nonostante il secondo trimestre dell’anno abbia ancora registrato andamenti positivi.

L’industria è penalizzata da settori fortemente energivori

La situazione è più grave nell’industria manifatturiera, dove il costo del gas è sostanzialmente raddoppiato (+98,9%), mentre quello dell’elettricità cresce del +73,5%.
Il comparto industriale è infatti penalizzato da settori fortemente energivori, per i quali i rincari hanno assunto dimensioni eccezionali. La siderurgia registra a luglio variazioni di costo pari al +143% per il gas e +107% per l’elettricità, ma anche il tessile (+157% e +90%) e gli alimentari (+142% e +85%) mostrano incrementi molto rilevanti. Nel terziario si evidenziano in generale rincari inferiori, ma sempre ben al di sopra dell’inflazione, a eccezione di alberghi e ristoranti, dove i prezzi di gas ed elettricità sono aumentati del +76% sua base annua.

Il terziario è ancora poco autosufficiente

Per quanto riguarda l’autosufficienza, l’industria si rivela il settore più maturo nel percorso verso l’autonomia energetica. Un terzo delle imprese industriali (34%) è in grado di produrre almeno in parte l’energia di cui deve approvvigionarsi per le proprie attività, mentre negli altri settori la presenza di impianti è nettamente inferiore (21% per il commercio al dettaglio, 14% per l’artigianato, 12% per i servizi). L’impennata dei costi energetici si innesta su una situazione economica resa ulteriormente critica dall’aumento dei tassi di interesse, innescato dalle politiche restrittive messe in atto dalle banche centrali per contrastare l’inflazione.

Peggiorano le condizioni applicate per l’accesso al credito

Dal lato dell’accesso al credito, le imprese segnalano in particolare una crescita delle spese connesse alla richiesta di prestiti. In tutti i settori circa il 50% del campione registra un peggioramento per le condizioni applicate, tassi sui prestiti e costi complessivi del finanziamento. Occorre ricordare però come negli ultimi anni le imprese lombarde abbiano intrapreso un percorso di consolidamento dal punto di vista finanziario, che consente agli imprenditori di mantenere ancora una fiducia elevata nella propria capacità di far fronte al debito. La percentuale di intervistati che esprime preoccupazione su questo aspetto rimane minoritaria, con l’artigianato che registra i valori più critici (livello di preoccupazione pari a 33%), seguito dai servizi (25%) e dal commercio al dettaglio (25%), mentre le imprese industriali si confermano più solide (21%).

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