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Il futuro delle reti è un mondo multicloud

Anche dopo l’emergenza pandemia il 40% dei dipendenti continua a lavorare da remoto, ma i modelli di sicurezza tradizionali sono superati, e rappresentano un problema per i professionisti IT.
Inoltre, le aziende continuano ad adottare il cloud, con il 78% dei professionisti IT che ha intenzione di affidare alla ‘nuvola’ più del 40% dei dati entro il 2025. Le sfide principali riguardano quindi sia rischi legati alla sicurezza cloud (51%) sia il numero crescente di dipendenti che lavorano a distanza (39%).  Si tratta di una sintesi del Global Networking Trends Report 2023 realizzato da Cisco al fine di analizzare i trend del futuro per il networking, e il ruolo delle reti per una strategia cloud di successo.

Cambia il modo di fare business

Per continuare a prosperare, o sopravvivere, in questi ultimi anni le aziende hanno dovuto cambiare il modo di fare business, contribuendo ad accelerare l’adozione del cloud e modificando il ruolo della rete. L’affermarsi di modalità di lavoro ibride ha determinato infatti la necessità di nuovi approcci per garantire ai dipendenti da remoto connessioni sicure ai dati e alle risorse aziendali, ora distribuite in ambienti ibridi e multicloud. Questo perché, sebbene si torni a lavorare in ufficio, oltre il 40% dei dipendenti continua a lavorare da remoto, a tempo pieno o qualche giorno alla settimana.

Accelera la transizione verso il cloud

Se l’agilità aziendale è un problema, per molti la risposta è nel cloud. Continua quindi l’adozione del cloud da parte delle aziende, con il 78% degli intervistati che dichiara l’intenzione di voler ospitare oltre il 40% dei propri dati in un sistema cloud entro il 2025, rispetto all’attuale 63%. Anche l’adozione del multicloud cresce, con il 42% degli intervistati che vede in uno sviluppo più agile e scalabile delle applicazioni la ragione principale per utilizzare diversi cloud.

Le sfide per i professionisti IT nel 2023

L’accesso sicuro alle applicazioni cloud è la principale sfida in ambito networking per il 2023. E al fine di garantire un’esperienza applicativa coerente, anche la visibilità end-to-end lungo la catena di distribuzione dei servizi digitali (ad esempio, tra utente e cloud), è una delle principali preoccupazioni dei professionisti IT aziendali. Fornire accesso sicuro alle applicazioni che possono risiedere on premises, e allo stesso tempo, essere distribuite in diversi cloud, è invece la principale sfida secondo il 41% degli intervistati.
Inoltre, poiché il traffico di rete ha origine e termina al di fuori della rete aziendale, secondo il 37% degli intervistati è fondamentale avere visibilità end-to-end delle prestazioni di rete e della sicurezza.

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Perché si contattano le aziende? I cinque motivi principali

Se in passato le aziende venivano contattate anche per richiedere informazioni generali, oggi molte risposte a queste domande sono già disponibili sui siti web delle aziende stesse, o possono essere trovate facilmente anche in autonomia cercando in Rete. Skebby.it, la piattaforma che offre servizi professionali di mobile marketing & service, ha svolto un’indagine per capire quali sono i primi 5 motivi per cui le aziende vengono contattate più spesso dalla clientela. Le aziende possono quindi tenerne conto per scegliere modalità e canali di comunicazione da utilizzare con i clienti.

Dall’aggiornamento su una spedizione a fatturazione e pagamenti

Il primo motivo per cui gli italiani si rivolgono alle aziende è quello di ottenere aggiornamenti sulla spedizione dei prodotti acquistati (18,8%), anche a integrazione di quanto è già presente sul sito Internet dell’azienda o del corriere. Al secondo posto, la richiesta di maggiori dettagli sul servizio o sul prodotto che si intende acquistare o si è già acquistato (15,4%), mentre al terzo, le richieste di informazioni sull’ordine effettuato (13,4%). Gli aggiornamenti su rimborsi o sul cambio di prodotto sono poi al quarto posto (12,6%), mentre il quinto motivo per cui si contattano le aziende è legato alle questioni relative a fatturazione e pagamenti (11,8%).

Informazioni specifiche richiedono risposte precise e veloci

“Le principali motivazioni per cui ci si rivolge alle aziende oggi sono molto concrete e riguardano informazioni specifiche, che richiedono a loro volta risposte precise e veloci – commenta Domitilla Cortelletti, Marketing Manager di Skebby.it -. Tra le possibilità messe a disposizione non deve, quindi, mai mancare quella degli SMS, che consentono di creare conversazioni efficienti, e tramite link ed emoji, anche particolarmente coinvolgenti. Utilizzando una piattaforma di invio e ricezione SMS, ad esempio, le aziende possono, semplificare le procedure di contatto, contenere i costi e al contempo sfruttare un canale meno inflazionato rispetto a e-mail e messaggistica istantanea, e che inoltre, consente di raggiungere tutti i telefoni, non solo gli smartphone, potendo così includere anche le fasce di popolazione più anziana”.

Il ruolo cruciale del Servizio Clienti

Il Servizio Clienti ha assunto nel tempo un ruolo sempre più importante, fino a costituire oggi un fattore che influenza in modo significativo il processo di acquisto e l’esperienza complessiva del cliente. I tempi di risposta, la disponibilità degli operatori nell’offrire supporto e la facilità di contatto rappresentano elementi chiave per la valutazione complessiva della customer experience. Perché la qualità della relazione con la clientela è un aspetto cruciale del processo di vendita.

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Mobilità: auto e Tpl restano centrali, e avanzano i costruttori cinesi

Il settore automotive è destinato a cambiare molto più di quanto non abbia fatto negli ultimi decenni. Non solo nuovi modelli, anche nuove motorizzazioni (BEV, HEV), produttori, modelli di business, mix di segmenti, e nuovi canali, come il noleggio.
Complici la crisi dei chip e la guerra in Ucraina, stiamo assistendo a un ulteriore invecchiamento del parco circolante, con emissioni in aumento. Ma le auto elettriche arretrano, confermandosi la soluzione giusta per pochi, principalmente nelle grandi città. Grazie a costi di produzione più competitivi, i costruttori dell’Est Europa e asiatici conquisteranno nei prossimi anni crescenti fette di mercato. Dal 2015 a oggi l’Europa ha perso la produzione sul proprio territorio di 5 milioni e 300mila vetture, oggi prodotte per lo più in Cina. Emerge dallo studio Il vento dell’Est soffia sull’automotive, condotto da ANIASA e Bain & Company.

Il parco circolante invecchia

Gli italiani rimandano l’acquisto dell’auto e per lo più finiscono per tenersi la propria, come confermato dal drastico crollo delle rottamazioni: nel 2022 quasi mezzo milione in meno.
La naturale conseguenza di questi fattori è una crescita continua del parco circolante, nonché della sua età media, che ormai raddoppia i livelli di 20 anni fa, superando i 12 anni di età per vettura. E quando gli italiani devono proprio cambiare l’auto, preferiscono sempre più noleggiarla anziché acquistarla.
In questo contesto, dunque, incentivi e sconti aggiuntivi, se ben orchestrati, sono l’unico elemento che potrebbe far prendere in considerazione l’acquisto di un’auto nuova.

L’elettrico costa e convince pochi

Almeno per il momento crolla il mito delle piccole elettriche da città. La progressiva elettrificazione sta portando infatti a un graduale disimpegno dei costruttori tradizionali dal segmento delle utilitarie. A oggi, i veicoli elettrici ottengono la quota maggiore nei segmenti di vetture medio-grandi.
Nelle immatricolazioni del primo trimestre 2023, la quota BEV nelle vetture medie/grandi è pari a circa il 13% del totale, contro il 2,6% nelle compatte. Le BEV si confermano, inoltre, più concentrate nelle grandi città. A vincere sono sempre i motori benzina e le auto ibride mild. Si conferma poi la centralità della sostenibilità economica come fattore determinante nelle abitudini di consumo degli italiani. Auto e trasporto pubblico sono vincenti grazie alla loro convenienza e flessibilità per tutti i fini di mobilità. 

Soffia il vento dell’Est

In risposta alle esigenze di sostenibilità economica, il mercato italiano sta diventando sempre più appannaggio di costruttori dell’Est, in grado di produrre auto a costi più competitivi. Dalla Cina si affacciano nuovi attori nativi EV, non solo nella parte di mercato mainstream, ma anche nei segmenti top. Non a caso, alcuni brand asiatici hanno già scalato molte delle prime posizioni nelle vendite globali di vetture elettrificate, scavalcando anche Tesla. L’Europa ha poi ceduto lo scettro di principale produttore alla Cina, che già oggi raggiunge il 4° posto tra i Paesi che hanno registrato il maggior numero di brevetti in Europa. L’Italia è undicesima.

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Settore farmaceutico, un’eccellenza italiana su scala internazionale

Con un volume d’affari pari a 14,3 miliardi di euro nel 2022, il settore farmaceutico italiano prosegue in una crescita a lungo termine con investimenti pari a 3,4 miliardi di euro, +25% rispetto al 2021, per un’incidenza sui ricavi annuali pari al 23,7%.
Il settore farmaceutico italiano può contare su un gruppo di imprese medio-grandi a capitale italiano, le cosiddette Fab13, riuscite a primeggiare grazie a radicati processi di internazionalizzazione, investimenti e innovazione. Le Fab13 crescono infatti a livello globale (+12,6% ricavi) grazie a export (+14,9%), investimenti (+25%) e innovazione (1,6 miliardi di euro nel 2022), confermando l’eccellenza di un’industria che negli anni ha saputo imporsi su scala internazionale.  A testimonianza di questo spiccato orientamento alla competitività sui mercati internazionali, il mercato estero rappresenta il 72,6% delle vendite totali. 

Raddoppiano gli investimenti in R&S

Secondo la fotografia dell’Osservatorio Nomisma su Le Fab13: la farmaceutica a capitale italiano, tra gli interventi principali effettuati nel 2022 si registrano 1,6 miliardi di euro per sostenere l’attività di R&S, 1,3 miliardi per l’acquisizione di aziende, prodotti e licenze (+50% vs 2021), 250 milioni per miglioramenti infrastrutturali, di efficientamento e ampliamento delle aree produttive, nonché per l’acquisto di attrezzature e macchinari. In particolare, il trend di spesa in R&S mostra un nuovo cambio di passo proprio in concomitanza dell’ultimo triennio. Se l’investimento medio annuo tra il 2010 e il 2019 si attestava a circa 723 milioni di euro, tra il 2020-2022 l’ammontare medio investito ogni anno è quasi raddoppiato a quota 1.404 milioni.

Una dimensione aziendale superiore

All’interno dell’industria manifatturiera nazionale, il settore farmaceutico italiano si contraddistingue strutturalmente per una dimensione aziendale superiore rispetto alla media degli altri comparti: il 38,3% delle imprese del farmaco impiega, infatti, oltre 50 addetti, laddove la quota di medie e grandi imprese della manifattura non oltrepassa il 3% del totale.
Nel 2022 le Fab13 hanno impiegato nel mondo 43.736 addetti, di cui 14.534 in Italia, dove il personale viene occupato prevalentemente in attività di R&S e produzione. Il 95% è inquadrato con un contratto a tempo indeterminato e quasi uno su due è donna (44%).

L’impatto indiretto sul sistema Paese vale quasi 21mila addetti

L’importanza del settore farmaceutico all’interno del sistema economico italiano, in particolare delle Fab13, è infatti misurabile in base all’impatto occupazionale diretto, ma anche in base all’effetto indiretto generato sulla rete di fornitura e sui settori che partecipano alla filiera di produzione e commercializzazione del farmaco. Attraverso l’utilizzo delle Tavole Input Output, che permettono di ricostruire i coefficienti di attivazione, Nomisma ha potuto stimare come l’impatto indiretto sul sistema Paese delle Fab13 valga quasi 21mila addetti, a cui va ad aggiungersi un effetto indotto di altri 24mila occupati, per un totale di quasi 60mila addetti, direttamente o indirettamente impiegati lungo le attività della filiera farmaceutica.

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Dove ci si sposa di più in Italia nel 2023? A Napoli, Roma e Milano

Quali sono le città italiane in cui si respirerà più aria di fiori d’arancio nel 2023? La stagione nuziale è alle porte, e ogni città italiana si sta preparando a ospitare un elevato numero di celebrazioni. Le coppie italiane sono quindi alle prese con l’organizzazione e la definizione degli ultimi dettagli per rendere indimenticabile il loro grande Sì. E per questa occasione, Matrimonio.com, portale del settore nuziale in Italia e parte del gruppo The Knot Worldwide, ha stilato la classifica delle 10 città italiane che si preparano a celebrare più nozze nel 2023. Secondo la Top 10 basata sulle coppie iscritte a Matrimonio.com, il primo posto spetta a Napoli, con il 7,9% di matrimoni previsti nel 2023, seguita sul podio da Roma (7,3%) e Milano (4,4%).

Matrimoni: +5% rispetto al 2019

Il 2023 sarà un anno molto positivo per i matrimoni, in cui è previsto un aumento del 5% rispetto al 2019, l’ultimo anno di ‘normale attività’ del settore prima della pandemia. E al 4° posto della Top 10 delle città con più matrimoni si posiziona Palermo (3,4%), a cui seguono Bari (3,3%), Torino (3,1%) e Catania (2,6%). All’8° un’altra città del Sud, questa volta campana, Salerno (2,3%), così come la città al 9° posto, Caserta (1,9%). Chiude la classifica la lombarda Brescia (1,8%). Da Nord a Sud, seguono anche altre città, come Bergamo (1,7%), Lecce (1,6%), Firenze (1,5%) e Verona (1,4%).

Le date top dei fiori d’arancio: 24 giugno e 9 settembre

L’estate rimane, senza dubbio, la stagione preferita dalle coppie italiane per sposarsi. Ecco che infatti nella Top 5 dei mesi preferiti per le nozze di quest’anno le coppie eleggono giugno (24,8%), poi settembre (24,5%), luglio (14,9%), maggio (13,4%) e agosto (7,7%). Quanto ai giorni più gettonati dagli sposi di Matrimonio.com, sono in particolare il 9 settembre (3,7%), il 24 giugno (3,7%), il 2 settembre (3.5%) il 10 giugno (3,4%) e il 3 giugno (3,2%). Tutte date che cadono il sabato.

Un aiuto a organizzare il giorno più felice della propria vita

Matrimonio.com è un portale parte del gruppo di riferimento del settore nuziale, The Knot Worldwide, pensato per aiutare gli sposi a organizzare il giorno più felice della loro vita. Grazie alla sua presenza internazionale ha creato la community nuziale e il mercato virtuale di nozze su Internet più grandi a livello mondiale. Dispone di un database con oltre 700.000 professionisti del settore nuziale, e offre alle coppie strumenti per preparare la lista di invitati, gestire il budget, trovare fornitori, e tanto altro ancora.

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Perchè le emoji sono sempre più utilizzate anche in ambito lavorativo?

Secondo un sondaggio condotto da Skebby.it su un campione rappresentativo di mille individui, il 42% delle persone utilizza le emoji anche nelle comunicazioni di lavoro. Le emoji, nate alla fine del secolo scorso per i primi clienti di telefonia mobile giapponesi, sono diventate sempre più popolari grazie all’uso diffuso degli smartphone e dei social media. Inizialmente utilizzate per esprimere emozioni e stati d’animo nelle conversazioni con amici o familiari, le emoji hanno travalicato i confini del ligure. Oggi infatti hanno guadagnato un posto di rilievo anche nelle conversazioni di lavoro. Il sondaggio ha rilevato che il 3% degli intervistati utilizza le emoji anche nelle e-mail inviate ai clienti e ai partner commerciali.

Il successo delle emoji va di pari passo con quello del mobile messaging

La crescente popolarità delle emoji nel mondo professionale non sorprende, dato che il mobile messaging sta diventando sempre più importante per la comunicazione efficiente tra colleghi, clienti e fornitori. Inoltre, gli SMS stanno vivendo una seconda giovinezza nel mondo del business, dove vengono impiegati per inviare promemoria di appuntamenti, conferme di spedizioni, password temporanee, comunicazioni di marketing e altro ancora. Anche in questi contesti, le emoji possono essere utili per rendere i messaggi più coinvolgenti ed efficaci. Tuttavia alcuni ritengono che le emoji in ambito lavorativo possano essere poco professionali e che soprattutto possano causare malintesi. È quindi importante fare attenzione a come si utilizzano le emoji e ad assicurarsi che siano appropriate per il contesto e la persona con cui si sta comunicando. 

Immancabili nelle conversazioni private

Non sorprende che le emoji siano ancora più popolari nelle conversazioni private. Il sondaggio fa emergere che sia ben il 77% del campione ad avvalersene nelle conversazioni con la famiglia e addirittura l’84% nelle comunicazioni con gli amici. Soltanto il 7% degli intervistati ha dichiarato di non utilizzare mai le emoji. 

Le emoji sono diventate una parte essenziale della comunicazione moderna

Domitilla Cortelletti, Marketing Manager di Skebby.it,  piattaforma che offre servizi professionali di mobile marketing & service, ha commentato: “Le emoji sono diventate una parte essenziale della comunicazione moderna, e non sorprende che abbiano trovato un posto anche nelle conversazioni di lavoro. Inoltre, grazie alla loro capacità di rendere i messaggi più coinvolgenti ed efficaci, le emoji possono essere utilizzate anche in contesti commerciali per migliorare la comunicazione con i clienti e i partner commerciali”.

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Con il caro vita italiani più attenti agli sprechi domestici

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2023 Finish in collaborazione con Ipsos ha sviluppato uno studio su comportamenti, abitudini e consapevolezza in tema di sprechi domestici. E il 77% degli intervistati dichiara di provare a ridurre il più possibile lo spreco d’acqua nella propria quotidianità, aumentando l’attenzione anche ai costi legati ai consumi domestici. Il 94% ha infatti modificato le proprie abitudini domestiche in relazione agli elettrodomestici, riducendo l’uso dei sistemi di riscaldamento (52%) e lavatrice (46%), e prestando maggiore attenzione ai consumi di energia/gas (50%) e acqua (38%). Il 62% inoltre è preoccupato dai costi di questa risorsa.

Più coscienti della scarsità dell’acqua

 Insomma, gli italiani sono più coscienti della scarsità dell’acqua in Italia (41%) rispetto al 2022 (25%). Aumenta anche la consapevolezza rispetto alle aspettative future: il 31% si dichiara d’accordo con le previsioni del World Resources Institute, secondo cui l’Italia entro il 2040 vivrà in una condizione di profondo stress idrico. Se attenzione e consapevolezza sul tema sono per la prima volta in crescita dal 2020 rimangono alcuni comportamenti da migliorare. Gli italiani si confermano infatti tra i più spreconi in Europa, con 220 litri giornalieri pro-capite contro i 165 di media europea, a cui si aggiunge una scarsa consapevolezza. Solo il 46% è infatti cosciente di questa situazione.

Come ridurre i consumi?

Quanto al consumo medio per famiglia, il consumo medio giornaliero in Italia è di circa 500 litri, ma questo dato è riconosciuto solo dal 4% degli italiani. Più del 68% è invece convinto che il consumo medio giornaliero per famiglia sia inferiore ai 100 litri.
Ma quali sono i comportamenti che gli italiani mettono in atto per provare a ridurre il proprio impatto sull’acqua? Il 68% dichiara di chiudere i rubinetti quando non necessario, il 71% di utilizzare la lavastoviglie solo a pieno carico, il 53% si impegna a fare docce più brevi, il 60% preferisce la doccia alla vasca. Il 33%, poi, sceglie di non sciacquare più i piatti a mano prima di metterli in lavastoviglie.

Usare “meglio” la lavastoviglie

Un dato, questo, che pone in evidenza l’impegno di sensibilizzazione portato avanti da Finish negli ultimi anni, e in linea con l’aumento del 3% registrato nel 2022 rispetto al 2021 e del 7% rispetto al 2020. Tutto ciò si traduce in una stima circa il numero di famiglie (oltre 1.300.000 in tre anni) che hanno scelto di adottare questo comportamento. Con un risparmio d’acqua di 38 litri a ogni lavaggio e calcolando la media di utilizzo della macchina in una settimana (4,56 volte), questo comportamento ha determinato un risparmio complessivo di oltre 16,6 miliardi di litri d’acqua in tre anni, pari circa a 6.800 piscine olimpiche.

Festa di compleanno a sorpresa: idee per organizzarla in un’ora

Siamo così tanto presi dalla routine quotidiana che spesso dimentichiamo le cose più importanti, non ultima quella di organizzare una festa di compleanno per un familiare o persona cara.

In questa evenienza, ci ritroviamo a dover pensare a tutto all’ultimo minuto, con il desiderio di predisporre ugualmente una bella festa di compleanno a sorpresa.

Niente panico dunque, è possibile riuscire ugualmente in questo intento, a patto di prestare attenzione ad alcuni aspetti molto pratici e per niente impegnativi.

Per questo motivo, di seguito scoprirai come pianificare e organizzare una festa di compleanno a sorpresa in un’ora.

Pianifica tutti i dettagli dell’evento

Il primo passo per organizzare una festa di compleanno a sorpresa in un’ora è pianificare tutto nei minimi dettagli.

Innanzitutto, devi sapere quali sono le preferenze del festeggiato come il suo cibo preferito, la musica che ama, e tanto altro. Prepara una lista di cose da fare e da acquistare, così da non dimenticare nulla.

Subito dopo, pensa rapidamente a creare una lista di persone che ama e con le quali gli piacerebbe trascorrere questo giorno così speciale.

Inviti digitali per risparmiare tempo

Individuate le persone da invitare, invece di creare inviti cartacei o di spedirli per posta, utilizza gli inviti digitali. Esistono molti siti web che ti permettono di creare inviti personalizzati in modo facile e veloce.

Ricorda di avvisare gli invitati del fatto che si tratta di una festa a sorpresa, così da evitare spoiler, e raccomanda loro di parcheggiare l’auto dove non possa essere vista dal festeggiato.

Crea un’atmosfera giusta con decorazioni semplici ma efficaci

Scegli un tema per la festa e crea delle decorazioni semplici ma efficaci per creare l’atmosfera giusta.

Puoi creare delle bandierine con i colori della sua squadra preferita se il festeggiato ama lo sport o un team in particolare. In alternativa, puoi creare una ghirlanda di palloncini colorati per aggiungere un tocco di allegria alla festa.

Cibo e bevande: opta per la semplicità

Non è necessario preparare un pasto completo o un buffet. Opta per qualcosa di semplice come una torta, dei biscotti o delle chips.

Per le bevande, assicurati di avere una varietà di scelte, come acqua, soda e birra. Se il festeggiato ha una bevanda preferita, assicurati di averla a disposizione.

Attività divertenti per coinvolgere gli invitati

Organizza alcune attività divertenti per coinvolgere gli invitati e rendere la festa ancora più divertente.

Puoi pensare ad una gara di karaoke o una competizione di ballo (basta uno stereo per far ciò). In alternativa, puoi organizzare una caccia al tesoro in casa. Ricorda che l’importante è creare un’atmosfera piacevole e rilassante per tutti gli ospiti.

Altri suggerimenti per rendere la festa ancora più speciale

Ecco alcuni suggerimenti particolari per rendere la festa ancora più speciale; si tratta anche in questo caso di soluzioni rapide da adottare e dall’effetto assicurato.

Potresti ad esempio creare un’installazione di luci per creare un’atmosfera magica, utilizzando semplici luci di Natale.

Inoltre, se hai una cornice digitale, puoi creare una galleria di immagini del festeggiato e degli invitati per regalare bellissimi momenti e ricordi speciali.

Un’altra idea carina sarebbe quella di chiedere agli invitati di presentarsi con un vestito “a tema”, scelto tra quelli che piacciono di più al festeggiato.

In breve

In sintesi, organizzare una festa di compleanno a sorpresa in un’ora può sembrare impossibile, ma seguendo questi consigli e suggerimenti, potrai pianificare e organizzare questa bella sorpresa senza stress e senza impazzire.

Ricorda di pianificare ogni dettaglio con attenzione e di non trascurare i gusti e le preferenze del festeggiato. Utilizza gli inviti digitali per risparmiare tempo e crea un’atmosfera giusta con decorazioni semplici ma efficaci.

Opta per cibo e bevande semplici, ma assicurati di proporre una varietà di scelte per accontentare tutti gli ospiti.

Grazie a questi suggerimenti inediti, la festa di compleanno a sorpresa sarà un successo garantito.

Se invece ritieni di non avere tempo o di non essere in grado di organizzare una festa in così poco tempo, puoi sempre fare una chiamata ad una sala per feste e prenotare uno spazio facendo in modo che sia l’organizzazione stessa a preparare tutto quel che riguarda cibo e intrattenimento.

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Gli italiani mangiano bene, ma fanno poca attività fisica

Nella cultura italiana della cucina il pasto è un momento importante. Di fatto, dall’ultimo sondaggio Ipsos condotto in occasione della Giornata Mondiale dell’Obesità, per due persone su cinque il pasto rappresenta un momento di convivialità e condivisione, e un altro 20% lo descrive come un momento gioioso e felice della giornata. Sul lato alimentazione, italiani e italiane adottano uno stile piuttosto equilibrato, ma nonostante si rilevi un’alimentazione sommariamente corretta da parte di tutte le fasce di età, la situazione è peggiore in tema di attività fisica: 2 persone su 5 dichiarano infatti di fare attività fisica raramente durante la settimana.

No a cibo spazzatura, sì a frutta e verdura

Di contro, durante la settimana, a malapena una persona su dieci consuma junk-food/cibo preconfezionato con scarsi valori nutrizionali e alto contenuto calorico, un 25% che dichiara di mangiarlo solo qualche volta al mese e un altro 20% dichiara di mangiarlo raramente. Più frequente risulta il consumo di frutta e verdura. Una persona su due dichiara di mangiare verdura/ortaggi almeno una volta al giorno, e un terzo almeno qualche volta a settimana. I Millenials risultano ‘meno’ inclini al suo alto consumo (solo il 34% dichiara di mangiarla almeno una volta al giorno). Allo stesso modo, due persone su tre dichiarano di mangiare una porzione di frutta almeno una volta al giorno. I Millenials mostrano un consumo giornaliero più basso (36%), seguiti dalla Generazione Z (39%).

Lo sport, questo semi sconosciuto

Il quadro cambia sul versante dell’attività fisica. In particolare, due persone su cinque affermano di muoversi a piedi, mentre quasi una su due usa la macchina per spostarsi. Invece, i mezzi pubblici (4%) e la bicicletta (6%) non sembrano essere i mezzi preferiti per gli spostamenti. E tutti gli aspetti positivi inerenti all’alimentazione perdono di significatività quando si arriva a parlare di attività fisica sportiva. Risulta, infatti, che più di due persone su cinque pratichino raramente attività sportiva e solo una su cinque afferma di farla due/tre volte alla settimana.

La consapevolezza è solo alimentare

Si può affermare, quindi, che probabilmente in Italia vi è consapevolezza dell’importanza di un’alimentazione corretta. Si tratta di una consapevolezza proveniente, presumibilmente, dalla nostra storia culinaria e dal nostro rapporto stretto con la cucina, ma che può portare con sé una difficoltà maggiore nell’ammettere di non riuscire a seguire una dieta sana. Di fatto, tra coloro che si dichiarano in sovrappeso, il 50% afferma di non praticare attività sportiva anche se le abitudini alimentari risultano sommariamente equilibrate. Forse, allora, è arrivato il momento di iniziare a portare più al centro dell’attenzione l’importanza che l’attività fisica e sportiva gioca nella nostra salute.

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Guidare “green” si può, anche senza cambiare automobile

Nel 2035 le auto con motore termico non verranno più immatricolate, ma è comunque possibile inquinare meno anche se si possiede una vettura ad alimentazione a benzina o diesel: basta seguire i 10 consigli “green” di Midas, la rete internazionale di officine meccaniche. Prima di tutto, attenzione al proprio stile di guida. Guidare bene non è solo importante per la sicurezza di autista e passeggeri, ma può consentire anche di risparmiare fino al 30% di carburante. Una guida senza frenate improvvise o brusche accelerazioni, e mantenere una velocità di crociera moderata e costante, permette di abbassare i consumi. Ridurre la velocità di 10 km/h sulle autostrade infatti consente un risparmio fino a cinque litri di benzina su una distanza di 500 km.

Finestrini aperti: sì o no?

Se si viaggia in città, o a una velocità al di sotto dei 50 km/h, abbassare i finestrini è da prediligere rispetto al condizionatore, ma in autostrada o su strade extraurbane i finestrini aperti possono causare un maggior attrito e aumentare anche il consumo di carburante. In ogni caso, l’utilizzo del condizionatore è da limitare, poiché ha un’azione molto impattante sui consumi, che in autostrada aumentano fino al 10%, per passare addirittura al 25% in città. Altro consiglio: no alle discese in folle. Spesso si pensa che percorrere una discesa in folle possa aiutare a contenere i consumi, ma non è così. Il motore continua infatti a essere acceso, comportando un continuo afflusso di carburante, oltre a consumare eccessivamente i freni.

Controllare la pressione degli pneumatici

Qualora la vettura non disponesse del sistema Start&Stop, che spegne e riaccende in automatico il motore, Midas consiglia di spegnere manualmente il motore durante le soste prolungate. Inoltre, ricorda di fare attenzione alla pressione degli pneumatici. Avere pneumatici sgonfi aumenta l’attrito con il suolo e la resistenza al rotolamento, causando, oltre a rischi per la sicurezza, un’usura più rapida e un maggior aumento dei consumi. In ogni caso, una vettura sana ed efficiente riduce il consumo di benzina: ecco perché è fondamentale effettuare controlli periodici sul proprio veicolo (livello dell’olio motore, pulizia dei filtri dell’aria e dell’olio) con una manutenzione accurata e costante.

Viaggiare leggero

Occhio al bagagliaio poi e ai carichi inutili: un peso extra grava sui consumi, in quanto il motore avrà bisogno di un’iniezione aggiuntiva di energia per tenere in movimento la vettura.  Ma uno dei momenti in cui l’automobile utilizza più energia è durante i momenti di coda o di sosta. Ecco perché è utile evitare più possibile il traffico, pianificando percorsi alternativi o cambiando i propri orari usuali. Talvolta modificare anche di poco le proprie attività e abitudini quotidiane può aiutare a spendere meno, e diminuire le emissioni di CO2 dell’auto.

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